Cista Etrusca

Cista Etrusca

Con la definizione di “cista prenestina” si intende riferirsi con il primo termine a una “cesta”, “scatola”, con il secondo al luogo di produzione, l’antica città laziale di Praeneste, oggi Palestrina, dove tra il IV e III secolo a.C. fiorì la fabbricazione di questi preziosi manufatti.  

Legati alla sfera femminile, questi contenitori venivano utilizzati per riporre gioielli e prodotti di bellezza. Suppellettili pregiate caratteristiche delle élites, le ciste accompagnavano le donne di rango anche nell'aldilà; la maggior parte di quelle a noi giunte proviene infatti da corredi funerari.  

Incisa sull'oggetto compare una scena che ritrae una figura femminile nuda, in piedi, accanto ad una fontana dalla quale sta sgorgando dell'acqua, ed intenta nella toilette. Sopra la fontana è appoggiata una cista, lo stesso oggetto che fa da supporto alla raffigurazione. Il tema della donna alla fontana, già molto diffuso sulle ceramiche greche, ricorre spesso su queste preziose suppellettili come allusione sia al bagno rituale della sposa, che, rappresentata nuda, manifesta tutto il suo potere seduttivo e la sua cháris (grazia), sia ai pericoli suscitati dalla scoperta della sessualità e dall’incontro casuale con l’uomo nello spazio aperto della fontana. 

IV-III secolo a.C. 

Esposto nella Sezione Etrusca.

BibliografiaIl mondo degli Etruschi. Guida alla sezione etrusca, Milano 2011; G. Paolucci, A. Provenzali (a cura di), Il viaggio della Chimera. Gli Etruschi a Milano tra archeologia e collezionismo, Milano 2018. 

Gallery