Nel mondo romano l'acqua ricopriva un ruolo centrale all'interno delle abitazioni private, sia per scopi funzionali e "di servizio" che, nelm caso delle residenze di maggior prestigio, per finalità di carattere ludico-ricreativo e ornamentale. Ricorrente era quindi nelle domus la presenza di pozzi, cisterne e vasche interrate, con cui garantire una costante disponibilità dell'acqua indispensabile alle melteplici necessità domestiche. Nelle dimore di lusso, l'acqua poteva trovare largo impiego anche in impianti destinati alla cura del corpo (bagni e terme private), in apparati ornamentali come fontane e ninfei o in arredi marmorei, quali crateri e bacili decorativi, assurgendo così a concreta testimonianza dello status sociale e del benessere economico dei proprietari.

Ne parla Alberto Bacchetta, funzionario archeologo, soprintendenza ABAP per la città metropolitana di Milano.