I mosaici di Sant'Aquilino

I mosaici di Sant'Aquilino presso San Lorenzo Maggiore a Milano fra revisioni e nuove proposte

27 ott 2022
Conferenza

Conferenza tenuta dalla dott.ssa Claudia Tedeschi, restauratrice.

La cappella di Sant’Aquilino, collegata all’antica basilica di San Lorenzo Maggiore attraverso un atrio a forcipe, rappresenta nella sua decorazione una delle rare eccellenze musive del periodo di Milano capitale dell’impero romano d’occidente. Nonostante l’incertezza della sua antica funzione, ciò che resta lascia impresso un vivido ricordo delle straordinarie decorazioni che dovevano rivestire le murature ammantandole di sfavillanti colori.

Dell’antico ciclo musivo dell’atrio rimangono a oggi solo alcuni lacerti con la rappresentazione dei Patriarchi delle antiche tribù di Israele e un brano estrapolato dal racconto biblico relativo all’episodio di Tamar. Nel registro superiore, invece, si colloca la serie perduta degli apostoli e di sante martiri, riconoscibili dalla presenza di frammenti delle antiche iscrizioni.

Nell’aula ottagonale, invece, gli unici mosaici superstiti si riferiscono a due preziosi catini absidali raffiguranti Cristo magister fra gli apostoli e Cristo-Helios con il carro solare o, secondo una diversa interpretazione, l’Assunzione di Elia. I mosaici di Sant’Aquilino mostrano delle caratteristiche di eccezionale interesse per molteplici ragioni sia iconografiche che tecniche. I mosaici, infatti, raccontano vivacemente un grande cantiere in movimento: dalla scelta di realizzare i mosaici utilizzando iconografie di ambito cristiano e pagano, alle peculiarità della maestranza che a tratti emerge con vigore; dalla temperie culturale che investe la progettazione architettonica dell’edificio, agli interventi successivi realizzati sui mosaici.

Il loro restauro ha rappresentato una straordinaria occasione per affrontare queste tematiche, già esaminate in larga parte in passato, con una diversa ottica. La revisione dei documenti editi congiuntamente all’attenta osservazione delle superfici nei più piccoli dettagli ha permesso importanti nuove interpretazioni e la possibilità di ricostruire l’antico ciclo musivo.