Milano paleocristiana - percorso 2

Milano, considerata una delle “tre capitali cristiane” dell’antichità, conserva tracce consistenti riconducibili all’età tardoantica, soprattutto per quanto riguarda l’edilizia paleocristiana. Questo itinerario condurrà il visitatore in un viaggio alla riscoperta delle antiche memorie di Mediolanum. 

Percorso 2: dalla Basilica di San Eustorgio alla Basilica di Sant’Ambrogio 
Tempo di percorrenza: 2 ore circa

Milano paleocristiana - percorso 2

1. BASILICA DI SANT’EUSTORGIO - piazza Sant’Eustorgio 

La basilica di Sant’Eustorgio sorse all’esterno del circuito murario cittadino, lungo la via per Ticinum (Pavia), in un’area caratterizzata da necropoli pagane in seguito cristianizzate e prestigiose residenze urbane. Molti studiosi attribuiscono la fondazione della chiesa al vescovo Eustorgio, attivo a Milano tra il 345 e il 348 d.C., qui egli avrebbe trovato sepoltura nel monumentale sarcofago tradizionalmente associato ai Magi. Allo stato attuale delle conoscenze, non possiamo datare con precisione l’impianto, né stabilire con sicurezza il rapporto con la sepoltura di Eustorgio. Del primitivo edificio di culto rimane unicamente un abside, visibile sotto il coro dell’attuale basilica. 

1a) AREA ARCHEOLOGICA: sotto la navata centrale della basilica sono state rinvenute numerose tracce di una necropoli tardoantica, costruita da sepolture pagane e cristiane, le cui testimonianze oggi sono state musealizzate e sono visitabili accedendo al Museo di Sant’Eustorgio. 

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Milano paleocristiana - percorso 2

2. BASILICA DI SAN LORENZO MAGGIORE E SACELLO DI SANT’AQUILINO - Corso di Porta Ticinese 35 

Passando per Corso Porta Ticinese, dopo 550 metri si osserva la basilica di San Lorenzo, preceduta da un imponente colonnato marmoreo. Sorta nel IV-V secolo sebbene in parte ricostruita, la basilica mantiene tuttora la forma antica. La pianta, con corpo centrale quadrato su cui si aprono quattro esedre affiancate da quattro torri laterali e tre cappelle ottagonali, è la più antica testimonianza conosciuta di chiesa “tetraconca” (con quattro pareti ricurve). L'attuale aspetto dell’edificio si deve a ricostruzioni e interventi avvenuti nel corso dei secoli.  

2a) CAPPELLA DI SANT’AQUILINO. Dal corpo centrale della basilica si accede alla cappella di Sant’Aquilino, edificata intorno al 410 d.C. e originariamente intitolata a San Genesio, un cristiano di Arles che subì il martirio nel 303 d.C., durante la persecuzione degli imperatori Diocleziano e Massimiano.  Il sacello si compone di un atrio a forcipe e di un corpo ottagonale all’esterno, articolato internamente in un alternarsi di nicchie semicircolari e poligonali. L'ingresso è ornato da un eccezionale portale in marmo di reimpiego risalente al I secolo d.C., caratterizzato da un complesso impianto decorativo. Tra motivi vegetali di carattere ornamentale spicca un fregio figurato, con divinità alla guida di carri, che alluderebbe secondo alcuni al movimento degli astri nelle orbite celesti.  

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Milano paleocristiana - percorso 2

3. BASILICA DI SANT’AMBROGIO - piazza Sant’Ambrogio 

Procedendo in direzione nord su Corso di Porta Ticinese e svoltando a sinistra per via Gian Giacomo Mora, dopo 800 metri si giunge in piazza Sant’Ambrogio dove si può ammirare l’omonima basilica. Ricostruita in forme romaniche a partire dal IX secolo, la sua fondazione risale al vescovo Ambrogio, che consacrò la basilica tra 385-386 d.C. L’edificio sorse al centro di una vasta area riservata a sepolture cristiane e caratterizzata dalla presenza di piccole celle in memoria dei martiri. Inizialmente destinata ad accogliere la tomba del fondatore, fu poi dedicata ai martiri Gervasio e Protasio, i corpi dei quali vennero miracolosamente ritrovati dal vescovo di Milano nel 386 d.C. Per questo motivo l’edificio fu in un primo momento denominato basilica Martyrum.   

3a) IL SACELLO DI SAN VITTORE IN CIEL D’ORO. Dall’interno di Sant’Ambrogio si accede al sacello in origine corpo separato dalla basilica. Qui secondo la tradizione il vescovo Ambrogio avrebbe seppellito nel 378 d.C. il fratello Satiro, accanto alle reliquie del martire Vittore. Tuttavia sia la cronologia dell’edificio sia il suo impiego come luogo di sepoltura dei due Santi sono stati messi in discussione dalle indagini archeologiche. Concordi sono invece i pareri sull’attribuzione alla fine del V secolo d.C. dei mosaici che ornano la volta del sacello, preziosa testimonianza di un’arte di cui oggi restano poche testimonianze a Milano. 

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