Le sezioni archeologiche al Castello Sforzesco

Le sezioni archeologiche esposte al Castello Sforzesco rappresentano una sorta di sede distaccata del Civico Museo Archeologico e completano il percorso di visita alle collezioni archeologiche milanesi. 


 

Le sezioni archeologiche al Castello Sforzesco

SEZIONE PREISTORICA E PROTOSTORICA

La sezione Preistorica e Protostorica, allestita presso le sale viscontee del Castello Sforzesco, descrive, tramite materiali provenienti dall’Italia Settentrionale, l’evoluzione del territorio, dal Neolitico fino alla colonizzazione romana. 

Disposti cronologicamente, i materiali documentano l’evoluzione dell’uomo dal Neolitico europeo (Italia, Francia, Scandinavia) fino all’età del Ferro nell’Italia Settentrionale. I ritrovamenti della cultura della Lagozza (Besnate, Varese), del IV millennio a. C., attestano l’ultima fase del Neolitico, mentre all’età del Bronzo riportano i primi manufatti in metallo, gli utensili in corno, osso, selce, argilla e i materiali ceramici che, per il Bronzo medio e recente (XVI-XIII secolo a. C.), provengono dalle palafitte, dalle terramare, e dalle deposizioni funerarie delle culture della Scamozzina e di Canegrate (XIII secolo a. C.).  

Nell’ambito dei ritrovamenti dell’area lombarda occidentale, vasto spazio è dedicato alla cultura di Golasecca che, sviluppatasi a partire dal IX secolo a. C., dopo un periodo di formazione di circa trecento anni, raggiunse la sua massima fioritura nel V secolo a. C. Particolare rilievo riveste la “Tomba di Guerriero” di Sesto Calende (seconda metà del VII secolo a. C.), nella quale sono stati rinvenuti oggetti importanti in bronzo, come parti degli elementi delle ruote di un carro, parte dei morsi del cavallo, armi ed una grande situla (secchio) bronzea decorata a sbalzo con teorie di animali, uomini a cavallo e scene di sacrificio.  

Armi e ornamenti, rinvenuti soprattutto in corredi funerari illustrano la presenza celtica in Italia, che a partire dal IV secolo a. C. provocò l’esaurirsi della cultura di Golasecca e la diffusione della cultura di La Tène. 

Materiali di influsso peninsulare (brocche, vasellame bronzeo) o derivati dal mondo ellenistico e romano (ceramica a vernice nera) segnalano poi l'arrivo in pianura, di Roma dal II sec. a.C. e la progressiva integrazione delle genti locali nella sua sfera di influenza. 

Scopri la Collezione Preistorica e Protostorica

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Le sezioni archeologiche al Castello Sforzesco

SEZIONE EGIZIA 
 

La sezione egizia al Castello Sforzesco è attualmente in fase di riallestimento ed è pertanto temporaneamente chiusa. Da marzo 2024 una ristretta selezione di opere della collezione egizia sarà esposta presso il Civico Museo Archeologico in Corso Magenta 15.

La collezione egizia di Milano riveste una notevole importanza nel contesto delle raccolte egizie italiane, sia per l’alto valore dei reperti a livello didattico, specialistico, e di ricerca, sia la sua stessa formazione negli ultimi momenti del collezionismo antiquario. 

Il primo nucleo si formò con una raccolta di oggetti riuniti agli inizi dell’Ottocento, presso il Gabinetto Numismatico di Brera e con donazioni di benefattori, collezionisti e studiosi, tra i quali il celebre studioso Luigi Vassalli (1812-1887). Le raccolte comprendono anche i reperti provenienti dagli scavi dell’Università di Milano, diretti da Achille Vogliano negli anni 1930-1940 nella regione del Fayum, e altre collezioni acquistate dal museo stesso.  

I reperti esposti offrono significative testimonianze di usi funerari, della vita quotidiana, della scrittura e della vita religiosa dell'antico Egitto, come il "Libro dei morti" o "Libro per uscire al giorno", un papiro lungo circa sei metri redatto per il sacerdote Hornefer. 
Ben conservati sono sarcofagi in legno dipinto, tra i quali spicca la serie proveniente da Tebe, e la mummia di un uomo vissuto 650 anni prima di Cristo.  
Le divinità sono rappresentate da bronzetti: Iside, Osiride ma anche Bastet in sembianze di gatto e lmhotep, il costruttore della prima piramide divinizzato dopo la morte.  
Di notevole valore storico-artistico è la statua del faraone Amenemhat (XII dinastia, 1842-1797 a.C.), noto per i suoi lavori di bonifica e valorizzazione della regione del Fayum recuperata durante gli scavi dell’Università di Milano diretti da Achille Vogliano. 

Scopri la Collezione Egizia.

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